martedì 26 febbraio 2013

Il condominio - J. G. Ballard


Il condominio, J.G. Ballard. 2012, Universale Economica Feltrinelli, 189 pagine.

Un paio di settimane fa mi trovavo in uno dei miei classici periodi, ovvero momenti della mia vita letteraria in cui desidero fortemente leggere un genere piuttosto che un altro. Questa volta è capitato alla fantascienza.
Di solito a sentire questo termine tutti mi dicono subito a bruciapelo “leggi Asimov, assolutamente. Oppure anche Douglas Adams”. Io avevo due scelte: fare le pulci alla libreria di papà piena zeppa di Urania, oppure andare prima a rovistare nella mia, di libreria, per vedere se avevo qualcosa del genere.
E mi sono ritrovata tra le mani un classico di cui nessuno mi aveva mai parlato. Il condominio, di Ballard.

La storia è molto semplice, in un ambiente molto moderno.
Il backstage è un grattacielo di ultima generazione nella Londra degli anni '70. E' dotato di tutti i comfort che chiunque potrebbe desiderare: piscine dislocate nei vari piani, ascensori efficientissimi, supermarket all'interno dello stesso stabile, così come bar e ristoranti. Una piccola città in un raccordo di piani.
Nei piani bassi vive la gente che va al lavoro ogni mattina presto e si ritira la sera tardi, le classiche persone che fanno i cosiddetti sacrifici per mantenere la propria famiglia. Gente onesta e di classe meno abbiente.
Man mano che si salgono le rampe di scale lentamente (o velocemente, se si decide di prendere l'ascensore), ci si trovano di fronte personaggi molto più ricchi, di una classe sociale molto più elevata, che spesso trascorrono il loro tempo a bordo piscina o a sorseggiare cocktails, e che ovviamente, tradiscono le loro mogli innumerevoli volte.

A causa di piccoli, innocenti guasti però, quel palazzone fatiscente e confortevole, diventerà il campo di battaglia di tutti i condomini; in particolare, tre sono i personaggi che primeggeranno in questa lotta (di classe?). L'architetto dell'edificio stesso, Anthony Royal che ha ribrezzo nell'avere a che fare e anche solo nell'avvicinarsi alle classi inferiori; Robert Laing, che dovrebbe essere un medico e professore universitario, ma che in realtà si trova in una posizione un po' centrale, non si schiera da nessuna parte, non entra nel vivo della partita; per ultimo, Richar Wilder, giornalista che abita ai piani bassi e che un giorno decide di arrivare fino in cima, sul tetto del grattacielo, per far valere la sua condizione.

Insieme a quei guasti, subiranno delle mutazioni i condomini stessi, lasceranno andare allo sfacelo l'edificio, inizieranno a vivere nella propria immondizia e diventeranno nemici l'uno dell'altro. E' la fine della civiltà umana. E' un regredire verso una natura sempre più animale, fino a quando anche le parole ritorneranno ad essere semplici gemiti e grugniti, dove la forza bruta prevarrà sull'intelligenza; il lettore sarà il testimone della dissoluzione, del crollo della società modernamente intesa. Gli istinti primordiali invece faranno da motore per agire senza coscienza e senza pensiero. Una de-crescita al limite del possibile.

Consigliato a: chi ama la fantascienza intesa come una realtà diversa da quella in cui vive, senza alieni però. E anche a chi ha amato George Orwell e le sue opere. Ci ho visto molto di lui ne “Il condominio”.

Citazione: Già si vedevano i raggi luminosi delle torce elettriche che scrutavano il buio, e gli inquilini facevano i primi, confusi tentativi di capire dove si trovavano. Laing li guardava soddisfatto, pronto a dargli il benvenuto nel loro nuovo mondo.

2 commenti:

  1. Io adoro questo genere di libri dalle sfumature simboliche sulla società. Penso darò una sbirciatina a questo libro :)(Luisa)

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    1. Anche io, preferisco proprio libri del genere - se posso scegliere - tra il vastissimo "scenario" della fantascienza :) Questo poi si legge davvero velocemente, e merita!

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