venerdì 8 agosto 2014

L'inventore dei sogni – Ian McEwan

L'inventore dei sogni, Ian McEwan. 2002, Einaudi. 124 pagine.

Questo libro è il frutto di mesi di appostamenti al Libraccio e finalmente, dopo un luculliano pranzo al giapponese di fiducia, mi sono accaparrata una vecchia versione di questo romanzo che tanto agognavo. È stato messo su un piatto ed è stato divorato e amato in due giorni.

Di questo autore ho letto solo “Cortesie per gli ospiti” (tragicamente e angosciosamente consigliato) e mi aveva talmente colpito che per mesi ho cercato qualcos'altro di suo a buon prezzo (perché, diciamocelo, l'Einaudi ha un catalogo da fare invidia a tutte le altre case editrici, ma i prezzi sono un tantino fuori dalla portata di uno studente). 
Detto ciò, era da un po' che facevo il filo a questo libro perché la trama mi ha da subito incuriosita. L'unica cosa che mi frenava era il fatto che il romanzo fosse un insieme di racconti e io, onestamente, non sono una amante delle short stories. Ma mi sono dovuta ricredere.

Lo stile di McEwan è sempre accattivante e scorrevole, i suoi libri si leggono sempre con una facilità disarmante, indipendentemente dal genere. In questo caso ha aiutato molto la lettura anche il fatto che, protagonista delle varie vicende narrate è un bambino di dieci anni, chiamato Peter Fortune, e quindi la narrazione rispecchia quello che può essere il pensiero e le parole di un ragazzino di quell'età.

Il libro consta di otto capitoli e di altrettanti racconti il cui protagonista è Peter e i suoi sogni ad occhi aperti. Ho amato questo strano ragazzino perché è un po' come ero io alla sua età (e forse lo sono ancora). “La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L'altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un'ora per stare tranquillo in qualche posto, che so nella sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare i suoi pensieri”.
I suoi sogni seguono una sorta di evoluzione: dall'infanzia fatta di stanze da condividere con la sorellina e giochi con gli amichetti delle vacanze, fino ad un'onirica adolescenza in cui sbocciano i primi amori.

Una lettura semplice ma ricca di quel profumo di infanzia e di sogni ad occhi aperti che rilassa e ci fa tornare tutti un po' bambini.

Consigliato a: bambini, adulti, bambini dentro, agli amanti delle short stories e a chi per un giorno vorrebbe tornare ad avere dieci anni.

Citazione: “Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni. Ed è impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice.”

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