giovedì 8 ottobre 2015

Eva Luna racconta - Isabel Allende


Eva Luna racconta, Isabel Allende. Universale Economica Feltrinelli, 1990. 253 pagine, 7.50 euro.

Voto: 10/10

Ma il visir aveva una figlia di grande bellezza chiamata Sheherazade […] che era molto eloquente ed era un piacere ascoltarla” (Le mille e una notte)

E' proprio quando ti mancano le storie, quando ti manca qualcosa da leggere, che chiedi aiuto a principi – nel mio caso – lontani per avere qualche suggerimento; casualmente mi consigliano una Isabel Allende che avevo accantonato in terza fila in libreria, perchè il posto da me è quello che è, dopotutto.

Sfoglio le prime pagine, inconsapevole di quello che mi sarei trovata davanti di lì a poco. Divoro i primi due racconti e mi si apre una porta di magia e di adorazione. Ogni breve storia costituisce un altare pagano inneggiato e costruito a donne. Donne diverse e splendide insieme. Si apre proprio così questo piccolo volume: con l'erotismo dolce e pungente, tanto caro all'autrice; il proemio delle lunghe e inimmaginabili gesta delle differenti protagoniste.

Eva Luna è la nostra Sheherazade, la narratrice, colei che “pensa per parole”; è la Penelope di questa tela fatta di racconti, intrisa di trame fantastiche dove si fanno spazio attori diversi. I personaggi qui descritti si ritrovano ai margini quasi della società, chi per un verso, chi per un altro. C'è la matta del villaggio, c'è colei che ha deciso “di vendere per un momento l'illusione dell'amore”, c'è la ragazzina infatuata del bel giovanotto compagno immeritato della madre. C'è un universo di femminilità, qui. Donne che scappano da una realtà priva di vita e che si accostano a colonnelli, ricchi signori e anche marinai.

Il romanzo – mi piace definirlo tale, mi piace immaginare che sia una sorta di lungo racconto dove la protagonista cambia solamente nome in ogni capitolo – è l'emblema della riscoperta dell'amore, attraverso l'anima e il corpo. L'incontro di pelle contro pelle dei protagonisti è strabordante, esoterico e talvolta, purtroppo, anche nullificante. E in tutto questo, colui che rimescola le carte in tavola e che regala finali sorprendenti è sempre e solo il destino.

Nonostante lo stile fiabesco e suadente dell'autrice, talvolta tra le righe si riesce a percepire la tristezza e la compassione che sopportano indefesse quelle donne, docili e passionali al contempo. I caratteri della scrittura di Isabel Allende si rivelano, anche in questa sua opera, fondamentali per apprezzarla al meglio: brevità e concisione la fanno da padrona; lei riesce a parlare di passioni umane con maestria e a presentarci un dizionario di umanità femminile vastissimo.

Consigliato a: tutti gli uomini. E alle donne forti, perchè si rispecchieranno nelle varie protagoniste. E a quelle deboli, perchè potrebbe essere un buon esercizio di vita.

Citazione: “Eravamo talmente vicini che non potevamo vederci, assorti entrambi in quel rito urgente, avvolti nel calore e nell'odore che emanavamo insieme”.

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