mercoledì 6 marzo 2013

Febbre a 90' - Nick Hornby

Febbre a 90’, Nick Horny. 1992, Guanda. 244 pagine.


Se esiste un libro perfetto per capire il calcio, quello è Febbre a 90’ di Nick Hornby. Il concetto vale sia per tifosi sfegatati sia per chi non sopporta e soprattutto non comprende il senso di questo sport e tutto quello che ci gira intorno.

Febbre a 90’ è una sorta di diario del tifoso dell’Arsenal, Nick Hornby, suddiviso in tre parti corrispondenti a tre diversi periodi della vita dell’autore: 1968-1975, 1976-1986 e 1986-1992. I capitoletti hanno un titolo e sono associati a una determinata partita dell’Arsenal (ma non solo, comunque a una partita), sia essa di campionato o di coppa. Si comincia dal 1968 con Nick undicenne che vive l’anno più difficile della sua esistenza: i suoi genitori si separano, cambia casa e si ammala di itterizia. Ma è anche l’anno del debutto, accompagnato dal padre, a Highbury (lo stadio dell’Arsenal, a Londra) per assistere ad Arsenal-Stoke City. Un 1-0 che condannerà per sempre l’autore a essere un tifoso dei Gunners. Tra umorismo e filosofia di vita, tra frasi spiazzanti e spiegazioni lucide e disarmanti (guardiamo per esempio l’incipit: “Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé”), Hornby ci conduce fino al 1992.

Saranno tre i titoli vinti in Premier League dall’Arsenal nell’arco temporale narrato dall’autore.  Il più emozionante è quello del 1989 con la gara contro il Liverpool vinta 2-0 all’ultimo minuto (un 1-0 non sarebbe bastato a vincere la Premier League) e seguita da Nick in televisione. Nemmeno un orgasmo può essere paragonato alla gioia provata al momento del 2-0 perché l’orgasmo comunque te lo aspetti: fai l’amore sapendo come andrà a finire. Un gol improvviso no, non ha paragoni nelle altre cose della vita.
Hornby sa spiegare ogni emozione che il calcio (che non è uno spettacolo: un tifoso esulta se il campione della squadra avversaria è infortunato e non gioca. Paga comunque il biglietto anche se l’attore principale non è in campo. Oppure esulta quando la star gioca male) regala: il non-tifoso può quindi capire la psiche di chi è ammaliato dal football. Altro concetto chiaro nel libro è il calcio inteso come ritardante: si torna bambini, a istinti primordiali. Gli anni poi si contano come fossero stagioni: non 1972, bensì 1971-72 o 1972-73. E i mesi di giugno e luglio (quelli senza calcio) sono i più insignificanti di tutti. E perché non istituire una festa di Capodanno a maggio, quando la stagione finisce?

Hornby ci fa rivivere anche due terribili tragedie e le conseguenze che hanno avuto sul calcio inglese: quella dell’Heysel, finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, prima della quale morirono 38 persone. E quella di Hillsborough, in occasione della semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest, quando 98 persone morirono schiacciate dalla calca dei tifosi che entravano alla stadio. Stragi che hanno chiare spiegazioni nelle stagioni precedenti, ottimamente spiegate da Nick: tragedie inevitabili “come il Natale”.

Consigliato a
: chi ama il calcio, ma anche a chi non lo capisce. Penso soprattutto a tante fidanzate costrette a convivere con la passione sfrenata verso il football dei loro uomini. Leggendo Febbre a 90’ tutto sarà molto più chiaro.

Citazione
: “Le squadre di calcio sono incredibilmente fantasiose nel trovare nuovi modi per far soffrire i loro supporter”.

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