lunedì 31 marzo 2014

Nuovo dizionario delle cose perdute - Francesco Guccini

Nuovo dizionario delle cose perdute, Francesco Guccini. 2014, Mondadori. 148 pagine.

Dopo il grande successo del Dizionario delle cose perduteil 'Maestrone' Francesco Guccini due anni dopo (ah! Come il titolo del suo secondo album targato 1970. Quante ne so) torna in libreria con il seguito, il Nuovo dizionario delle cose perdute. Un libro dove il cantautore e scrittore italiano ci parla delle tradizioni o degli oggetti di un tempo che oggi non esistono più.

Chi legge abitualmente i romanzi o i racconti o chi segue i concerti di Francesco, troverà nel libro aneddoti già sentiti, ma rispetto al dizionario uscito nel 2012, questo contiene fatti inediti anche per i fan più accaniti. E’ questa cosa a farmi preferire il Nuovo dizionario rispetto al precedente che, per quanto mi riguarda, era pieno zeppo di cose già ascoltate o lette.

L’inizio del libro è dedicato alle 'pezze al culo' e più incipit gucciniano di questo non può esistere. Si va poi dai ricordi dei vespasiani ai vecchi fiumi, dalle merende alle cartoline con tenere ed esilaranti dediche. Fino ad arrivare a un tema carissimo a Guccini: le osterie. E qui Francesco diviene davvero maestro con una piccola e gustosissima lezione di storia.
Ho trovato però bellissimi soprattutto i ricordi sui calendarietti dei barbieri e sulla grande rivalità tra Coppi e Bartali in un Italia ciclisticamente (e non solo) divisa a metà.

E poi ci sono cose che chi vi parla ha avuto modo di provare. Pur aggirandomi sulla quarantina, ho vivissimo il ricordo (e le imprecazioni lanciate) del traforo e della carta carbone che trovai nascosta in qualche cassetto quando facevo visita ai miei nonni. Ma ricordo anche le drogherie essendo vissuto per anni in un paesino di duemila anime nella provincia bergamasca. O l’idrolitina, sperimentata dai miei genitori con risultati altalenanti verso la fine degli anni Settanta. Oppure i deflettori sulle automobili, come quelli che aveva anche la vecchia Fiat 126 di mio padre. Per non parlare delle cabine telefoniche, ma queste sono scomparse (o quasi) solo di recente.
Ora che ci penso… Guccini è riuscito a farmi sentire antico. Un grazie sentito.

Consigliato a: chi apprezza Guccini come scrittore e soprattutto racconta storie. Molte cose vi sembreranno già sentite e così è. Ma, credetemi, leggere Francesco è sempre una gioia e c’è sempre qualcosa da imparare.

Citazione: “Si sceglieva il campione preferito soprattutto per passione, e non sempre la passione è razionale. Io, ragazzino d’allora, non so per quale motivo un giorno presi la mia decisione, perché bisognava “tenere” per uno dei due campioni, o quello che correva su una Legnano o quello che correva in sella a una Bianchi. La mia scelta fu Fausto Coppi”.

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