lunedì 29 luglio 2013

La casa degli spiriti - Isabel Allende

La casa degli spiriti, Isabel Allende. 1993, Feltrinelli. 364 pagine.

Signori della corte, ahimè lo ammetto e me ne scuso. Oggi affermo non senza vergogna che, dopo secoli lasciato a marcire e a impolverarsi tra gli scaffali della mia fagocitante libreria, il libro “La casa degli spiriti” della scrittrice Isabel Allende è stato preso in mano, spolverato, letto, o meglio divorato, dalla sottoscritta che ne è tra l'altro rimasta decisamente affascinata, dopo aver denigrato la suddetta scrittrice per anni divorata da falsi pregiudizi in merito.
A questo punto sono pronta a ricevere la sentenza.

La corte ha deliberato l'accusa di rea confessa nonché colpevole del reato di attesa esageratamente lunga prima della lettura dell'anzidetto libro con attenuante di preconcetti falsi e tendenziosi. La pena sarà scrivere una recensione obiettiva per dar modo a neofiti lettori di conoscere questo capolavoro della letteratura sudamericana. Così deciso la corte si ritira.

Ecco spiegato perché sono qui ora a tessere le lodi di questo fantastico romanzo.

Ammetto di aver sempre guardato con un certo snobismo la letteratura sudamericana, ma dopo aver letto la Allende la mia opinione in merito è cambiata radicalmente. 
“La casa degli spiriti” è una saga familiare descritta magistralmente, a sfondo storico e geografico definito, ma la cosa che mi ha piacevolmente colpito è stato il grande peso dato ai personaggi femminili.
Gli spiriti non ci sarebbero se non ci fosse stata Clara – una donna forte e dal carattere gustoso e semplice che l'ha resa il mio personaggio preferito; così come la storia non sarebbe stata altrettanto interessante senza personaggi come Rosa la bella, Blanca, Alba.
Per quanto riguarda i personaggi maschili è bene citare lo zio Marcos, un precursore matto e incompreso – e proprio per questo simpatico e accattivante – e Esteban Trueba, l'uomo da cui tutta la vicenda si muoverà.

É impossibile poi non confrontare il capolavoro della Allende con “Cent'anni di solitudine” di Márquez, poiché entrambi sono saghe familiari magistralmente raccontate dai due autori. Vero è che in Márquez è più difficile seguire il corso della storia per via di nomi sempre uguali e ripetuti di generazione in generazione e una quantità spropositata di personaggi, mentre in “La casa degli spiriti” seguire le vicende è più semplice perché si svolgono in un arco temporale non troppo lungo, i personaggi sono pochi e facilmente riconoscibile per nome e caratterizzazione. 
Resta comunque il fatto che a livello di letteratura sudamericana i due romanzi sono assolutamente consigliati perché due perle a livello di questo particolare tipo di scrittura e di temi.

Consigliato a: tutti coloro desiderosi di leggere un romanzo accattivante, a metà tra la realtà e la fantasia, con una forte carica esoterica e in cui le donne escono trionfatrici.

Citazione: “Così come quando si viene al mondo, morendo abbiamo paura dell’ignoto. Ma la paura è qualcosa d’interiore che non ha nulla a che vedere con la realtà. Morire è come nascere: solo un cambiamento.”

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