martedì 17 febbraio 2015

Il mio corpo in nove parti – Raymond Federman

Il mio corpo in nove parti, Raymond Federman. La Lepre Edizioni, 2008. 96 pagine.

Come potrei descrivermi parlando di nove parti del mio corpo? Da cosa potrei incominciare? Potrei parlare del mio orecchio destro a sventola e tanto leggero da piegarsi come un foglio di carta. Poi potrei continuare con il mio naso a patata che quando mi imbarazzo diventa rosso come un peperone. Potrei passare ai miei incisivi inferiori, che dopo anni di apparecchio restano sempre spostati un po' più indietro degli altri, ma tanto quando rido non si vedono. Infine potrei raccontarvi del mio callo da scrittura sull'anulare sinistro, perché sono mancina, anche se però in alcuni casi divento ambidestra, come quando devo scrivere alla lavagna o dipingo con gli acquerelli, ma questa è un'altra storia.

Tutto ciò viene fatto da Federman in questo libriccino – ovviamente il tutto scritto in modo decisamente migliore rispetto a quanto ho fatto io prima.

Mi ha incuriosito da subito il titolo e l'idea di potersi descrivere parlando solo di alcune parti del proprio corpo. Per il resto fino a ieri ignoravo l'esistenza dell'autore e dei suoi libri, ma questo primo esperimento è stata una scoperta piacevole, nonostante non mi abbia convinto del tutto.

Federman usa il proprio corpo come trovata geniale per parlare di sé, una descrizione sicuramente innovativa nel panorama letterario. In alcuni tratti mi ha ricordato molto il Cyrano de Bergerac (citato anche all'interno del libro dall'autore stesso) e Queneau. Uno stile asciutto, frasi brevi e semplici arricchite da aneddoti divertenti, cinici e ilari nonostante un sottofondo di macabro e opprimente.

L'idea è sicuramente vincente e lo stile semplice, diretto dell'autore – che si rivolge a uno spettatore sempre in prima persona – aiuta il lettore a immedesimarsi nel protagonista, a comprenderne le vicissitudini, ad amarlo oppure ad odiarlo. Non ho trovato però nessun punto in cui mi sono sentita completamente stupita tanto da alzare gli occhi dalle pagine e commentare con un “è un capolavoro!”.
Sicuramente un bel libro, un romanzetto all'apparenza di intrattenimento, ma da guardare più in profondità.

Consigliato a: tutti quelli che vogliono passare un'oretta in leggerezza, ridacchiando e compatendo il protagonista di questi brevi racconti. Consigliato a chi è curioso di leggere qualcosa di diverso e di innovativo.

Citazione: “Sapete perché la gente ha paura di guardare le proprie cicatrici e ancor più paura di toccarle? Perché quello è il luogo del corpo dove l'anima ha combattuto per fuggire ma è stata costretta a tornare indietro e la carne si è ricucita bella stretta”.

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