giovedì 16 gennaio 2014

La cena delle bugie - Danielle Hawkins

La cena delle bugie, Danielle Hawkins. 2013, Newton Compton. 384 pagine.

È la sera del 24 dicembre e io sono in pigiama con gli occhi illuminati per via dei pacchetti che ho davanti, dall'evidente forma libresca. Li scarto. Una montagna di libri tra i quali sarà difficilissimo scegliere cosa leggere.
Poi vedo lui, o meglio, scorgo questa copertina bellissima e morbidosa, con questi personaggi così simpaticamente stilizzati e una quarta di copertina accattivante. Decido che devo assolutamente leggerlo perché sicuramente sarà il libro rivelazione del mio Natale.

Non vedo l'ora di arrivare al punto in cui le menzogne tanto sbandierate già dal titolo vengano alla luce.

Pagina 10. Niente.
Pagina 50. Niente.
Pagina 100. Niente.
Pagina 300. Niente.

Al che mi domando se sono impazzita io o se probabilmente le scelte grafiche ed editoriali di questo romanzo siano solo uno specchietto per allodole. La seconda ipotesi risulta la più veritiera.

Quando ho letto questo libro mi aspettavo almeno una cena e delle bugie (ma va?!) rivelate smascherate magicamente alla fine, ma in realtà mi sono trovata davanti uno pseudo-romanzetto rosa, con picchi alla Fannie Flagg, condito da manze e muscolosi contadinotti.
Una delusione? Beh, senza essere troppo lapidaria dico solo che se in quarta di copertina avessero accennato alla trama reale del libro, non me lo sarei fatta regalare.
Le tanto agognate bugie? Ahimè, solo in copertina.

Consigliato a: consiglio questo libro solo agli amanti di letture leggere e non troppo impegnative.

Citazione:
“Non c'è niente di peggio dei ricordi che non ti appartengono”, ammisi io. “Tutti gli altri non fanno che ridere e tu devi startene lì a fingere interesse per un barbecue di dieci anni fa in cui lo zio Phil ha cotto troppo poco il pollo, facendo venire a tutti il mal di pancia”.

sabato 11 gennaio 2014

Il seggio vacante - J. K. Rowling

Il seggio vacante, J. K. Rowling. 2012, Salani, 553 pagine.

La mamma di Harry Potter ha fatto scalpore. Abbandonati i panni della creatrice del mondo di Hogwarts, si è spinta a capofitto in un romanzo adulto, inglese e pittoresco.

Siamo a Pagford, una modesta e ridente cittadina d'Inghilterra, verde, serena, solitaria, capace di rubare un sorriso al piccolo turista che affronta un piccolo viaggio fin lì per fare passeggiate sulle ampie colline.
Ma la pace e la quiete di Pagford si rompono con la morte di Barry Fairbrother, consigliere della città. Tutte le carte si rimescolano, e così anche i rapporti dei cittadini di quel comune.
Gli scontri da sempre assopiti o mantenuti nascosti, vengono mostrati e spalancati: genitori e figli, mogli e mariti, compagni di scuola lottano tra loro, minando la cordialità del paese. E poi, non soddisfatti di ciò, aleggia nell'aria anche il fantasma dello stesso Fairbrother a supportare o a “motivare” ogni conflitto.

Un romanzo assolutamente carico di molteplici tematiche: prima tra tutti la cattiveria, il suicidio, la morte, l'intolleranza, la fiera della vanità, la falsità, l'ipocrisia, senza dimenticare la morte. Non contenta di ciò, la Rowling arricchisce la storia anche di un numero particolarmente elevato di personaggi, i quali - se posso trovare un lato negativo nella scelta dell'autrice – inneggiano agli stereotipi di gran parte dei romanzi “minori” e meno interessanti in commercio, proprio per questo. Donne maltrattate e taciturne, accondiscendenti e cieche, contro uomini ribelli, violenti, maneschi, dominatori. E poi ci sono ragazzini di fronte alle prime cotte adolescenziali, senza saper bene come comportarsi, a disagio con il sesso e con le emozioni. 

Nonostante ciò, il romanzo si lascia leggere senza fiato, fino alla fine. Bisogna esaltare lo stile di scrittura della Rowling: schietto, rapido, veloce, a tratti “infantile” (ovvero semplice), capace di attirare l'attenzione senza rendere noiosa o pedante la lettura.

Ottimo esperimento letterario senza maghetti e formule strane nel mezzo!

Consigliato a: chiunque si è innamorato della Rowling grazie ad Harry Potter e abbia voglia di conoscere la scrittrice sotto un'altra veste non prettamente fantastica.

Citazione: "Lo sbaglio che faceva il novantanove per cento dell'umanità, secondo Ciccio, era quello di vergognarsi di se stessi: mentire su come si è, cercare di essere qualcun altro. La sincerità era il punto di forza di Ciccio, la sua arma, la sua forma di difesa. Le persone sincere spaventavano, scandalizzavano. Gli altri, aveva scoperto Ciccio, affondavano nell'imbarazzo e nella simulazione, atterriti al pensiero che la loro verità potesse trapelare; Ciccio era invece attratto dalla schiettezza, da qualunque cosa, anche brutta, fosse autentica, dalle cose sporche che in quelli come suo padre suscitavano umiliazione e disgusto."

martedì 3 dicembre 2013

La bambina con la neve tra i capelli - Ninni Schulman

La bambina con la neve tra i capelli, Ninni Schulman. 2012, Sperling Paperback, 372 pagine.

Quando non si sa cosa leggere e si ha poco tempo, per esempio un paio di giorni, un weekend di relax, ciò che consiglio sempre io è un buon giallo; mi è capitato tra le mani proprio l'altro giorno questo libretto che avevo acquistato lo scorso anno. La copertina non è niente male, una bambina bellissima, bionda, occhi di ghiaccio, a fissarmi; certo, l'immagine associata alle poche righe di trama sulla quarta di copertina, non rende proprio tranquilli. Mi sono buttata e l'ho incominciato.

Siamo in Svezia, in un piccolo paese dove tutti si conoscono, dove quando scende troppa neve e si sa che quel tizio è via per lavoro, il vicino di casa si alza di buon ora ben coperto e va a spalare il vialetto dell'amico; in quel paesino, dicevo, ritorna un “figliol prodigo”: è Magdalena, giornalista, con un divorzio alle spalle e un bambino di sei anni a carico. Credeva di poter stare lontana dai crimini, dalla cronaca nera che tante ore le hanno portato via quando si trovava a Stoccolma e invece...

Proprio ad Hagfors succede l'impensabile. La sera dell'ultimo giorno dell'anno una ragazza, Hedda, scompare; le ricerche compiute dalle forze dell'ordine non danno risultati fino a quando un giorno viene ritrovato il corpo di una adolescente, nuda, in uno scantinato, uccisa da un colpo di arma da fuoco. Non è Hedda. Di Hedda non vi è traccia. E non si conosce nemmeno l'identità della vittima.

La neve copre i suoni, i rumori, copre le tracce; e come se non bastasse, la denuncia di un bordello nel paese che avvicina a se' la gente più impensabile, sconvolge la popolazione. Magdalena si interessa ad entrambi i casi, così tanto distinti da essere forse anche collegati.

E' un giallo appassionante, questo romanzo di Ninni Schulman, scrittrice e giornalista che trova il suo “fondamento” per scrivere proprio una storia di cronaca vera; lo stile è diretto, a volte anche molto violento, e deve essere così, altrimenti il lettore non riuscirebbe a lasciarsi coinvolgere totalmente dal caso. E' vero, ci sono fatti e piccoli particolari che riguardano soprattutto la vita privata dei personaggi, che alla fine non “tornano” molto, ma è anche il primo libro, immagino, di una serie di romanzi in cui ritroveremo alcuni dei protagonisti di “La bambina con la neve tra i capelli”, e la mia speranza è proprio quella che la scrittrice mi sciolga ogni dubbio a riguardo negli altri volumi.

Consigliato a: gli amanti dei gialli, in particolare di quelli svedesi; a chi ha poco tempo da dedicare alla lettura; a chi sceglie di rintanarsi sotto alle coperte con un buon libro, attendendo che il freddo fuori dalla finestra scemi.

Citazione: “La neve e il ghiaccio si erano ammassati sia sul cardine inferiore sia sotto la porta della cantina, e ora era impossibile richiuderla.
Imprecò a denti stretti cercando di liberarla con la pala.
Quando infine si arrese rimaneva ancora una fessura di dieci centimetri. Con un certo fastidio si accorse anche di avere il petto e le maniche della giacca imbrattati di sangue.
Coprì con la neve le macchie davanti alla casa, poi raccolse i vestiti. Quanto alla striscia rosso chiaro che correva fino alla porta della cantina, non ebbe il tempo di rimediare. In ogni caso ce l'aveva fatta, pensò mentre si precipitava verso l'auto.

Era finita”.

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