Vita di P narra di un viaggio. Un viaggio non solo fisico,
ma anche spirituale e di formazione, al termine del quale il protagonista
non sarà più il ragazzino conosciuto nelle prime pagine del romanzo, ma un
sopravvissuto e di conseguenza un uomo fatto e finito, nonostante la giovane età.
Yann Martel, dopo aver abbandonato l’idea di un romanzo
ambientato nel Portogallo del ’39 (come lui stesso ci spiega nel prologo),
decide di raccontare la storia di Piscine Molitor Patel, 40enne indiano
emigrato a Toronto, in Canada. Mister Patel, detto Pi, è stato protagonista di una storia
incredibile che l’autore canadese riesce a fare rivivere, pagina dopo pagina, sulla pelle del lettore.
Vita di P è un romanzo che si divide in tre parti.
Nella prima, a mio parere la più bella, vediamo il sedicenne
Pi in India, alle prese con gli animali dello zoo gestito dal padre, con la
scuola, con la famiglia e soprattutto con la religione. Pi abbraccia ogni tipo
di culto perché alla fine Dio è uno solo e uguale per tutti ("Tutte le religioni sono vere" come diceva Gandhi). Un ragionamento
talmente semplice da non essere capito dal mondo dei grandi. In questa parte
del libro è anche di estremo interesse come il protagonista spieghi i
comportamenti di ogni animale dello zoo e come dimostri che uno zoo in regola e ben curato non sia quel mostro che alcuni animalisti detestano.
Sono tante le perle di saggezza spiazzanti che Pi ci insegna e con l’aiuto
dell’umorismo la lettura scorre piacevolissima.
Alla fine le vicende politiche e le condizioni di vita
dell’India costringono la famiglia di Pi a trasferirsi in Canada e, con una
moltitudine di animali al seguito, s’imbarca sul Tsimtsum, un mercantile
giapponese battente bandiera panamense.
La seconda parte del libro è quella avventurosa. Lo
Tsimtsum affonda e a salvarsi sono solo Pi, una zebra, una iena, un orango e
Richard Parker, una tigre del Bengala. Non darò troppo dettagli su questa parte
di romanzo e lascio a voi il piacere di sopravvivere insieme al protagonista e
ai suoi curiosi ospiti. Come ho scritto prima, ho preferito la prima parte del
libro a questa. Qui, a mio modesto parere, Martel insiste troppo sui medesimi
particolari: indubbiamente Pi vive e rivive le stesse cose, giorno dopo giorno.
Ma questa insistenza di descrizioni e situazioni fa perdere qualcosa al flusso narrativo.
La terza parte è sorprendente. Qua scopriamo che la storia
può avere un finale diverso da quello che abbiamo conosciuto. Sta al lettore optare per quello che preferisce, ma non sarà difficile tale scelta.
Non ho visto la trasposizione cinematografica uscita nel
dicembre scorso, quindi non sono in grado di fare paragoni. Ma posso affermare
che Vita di Pi, il romanzo, è una lettura piacevole, avventurosa e a tratti
sorprendente. Consigliata a tutti, ma forse meglio dai 14 anni in su: questo
per apprezzare in pieno la prima parte per via dei concetti espressi.
Consigliato a: chi non crede in Dio e a chi ama l’avventura,
il mare, gli animali e la natura anche quando sa essere cruda e spietata. Vita di
Pi va letto dalla prima all’ultima pagina senza pregiudizi di sorta.
Citazione: “Il primo amore non si scorda mai; gli amori successivi si aggrappano alla sua scia.”
Citazione: “Il primo amore non si scorda mai; gli amori successivi si aggrappano alla sua scia.”
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