mercoledì 30 gennaio 2013

Il lamento del prepuzio - Shalom Auslander

Il lamento del prepuzio, Shalom Auslander. 2008, Guanda, 270 pagine.

Quante volte abbiamo dato la colpa a Qualcuno più grande di noi per le piccole disgrazie quotidiane? Quante volte abbiamo invocato un'entità invisibile che ci guida per aiutarci o semplicemente per mandare tutto all'aria dopo un fallimento?
Ecco, e se magari quell'Essere superiore un giorno si incazzasse e ci facesse pagare tutte le maledizioni, le invocazioni supplichevoli e moleste, come ci comporteremmo?

Con Il lamento del prepuzio Shalom Auslander ripercorre le tappe della sua vita da ebreo ortodosso a New York fatta di divieti, punizioni, Shabbat da dimenticare, fino all'imminente nascita di suo figlio, il tutto condito da riviste pornografiche, marijuana e hamburger per andare contro a un Dio che fa di tutto per rovinargli ogni piccola gioia. Shalom crede infatti all'esistenza di un Dio personale, un Dio cioè che ce l'ha personalmente con lui tanto da rendergli la vita un inferno.

Detto tra le righe, credo che comunque, in fondo i due siano diventati col tempo degli ottimi amici, nonostante tutto.

Il lamento del prepuzio può sembrare un libro a prima vista esilarante, divertente, ironico e pungente, ma se si scava in profondità si riescono a trovare interrogativi a cui è difficile dare una risposta univoca ed esatta.
Il Dio di Auslander è un Dio cinico e vendicativo, che instaura uno scontro all'ultimo sangue con il protagonista. Ma è davvero così? Esiste un Dio così subdolo oppure è il risultato della paura instaurata in Shalom Auslander frutto di un'educazione religiosa troppo rigida? La fede può portare davvero ad avere una paura inconscia di essere giudicati per ogni singola azione compiuta?

Consigliato a: è un libro che apprezzeranno tutti gli amanti dello stile cinico e sarcastico tipico degli scrittori ebrei. Auslander infatti non si smentisce e crea una sorta di autobiografia che descrive con amara ironia il proprio rapporto con Dio.

Citazione: 
“Gli dicevano che poteva distruggere il mondo intero. Gli dicevano che poteva sollevare le montagne. Gli dicevano che poteva dividere il mare. Era importante mantenerlo di buon umore. Quando obbedivano a quanto gli aveva comandato, gli piacevano. Gli piacevano talmente tanto che uccideva quelli a cui non piacevano. Ma quando non obbedivano a quanto gli aveva comandato, non gli piacevano. Li odiava. Certi giorni li odiava talmente tanto che li uccideva. A volte invece lasciava che altri li uccidessero. Questi giorni li chiamano «giorni di festa». Per Purim, si ricordano di quando cercarono di ucciderli i persiani. Per Pesach si ricordano di quando cercarono di ucciderli gli egiziani. Per Chanukkah si ricordano di quando cercarono di ucciderli i greci «Sia Egli benedetto» pregavano. Per crudeli che fossero queste punizioni, non erano niente in confronto alle punizioni che gli elargiva Lui in persona. Allora arrivavano carestie. Arrivavano alluvioni. Arrivava furibonda la vendetta. Hitler avrà pure sterminato gli ebrei, ma questo signore ha inondato il mondo”.

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