martedì 23 gennaio 2018

Le assaggiatrici - Rosella Postorino

In principio era Margot. 
Prima di qualsiasi altra Rosa. 
All’inizio, dico, c’era Margot Wölk, la prima “assaggiatrice” dei pasti del Führer. Ed è proprio a lei che Rosella Postorino si ispira per narrare le vicende di Rosa e delle sue nove colleghe. La protagonista del romanzo di Rosella svolge lo stesso lavoro della vera Margot, ovvero è tenuta ad assaggiare i piatti che escono dalle cucine del quartier generale di Wolfsschanze, al fine di scongiurare qualsiasi tentativo di avvelenamento del Führer.

“Le assaggiatrici” è stato presentato sabato 20 gennaio presso la libreria Le notti bianche a Vigevano, ed insieme all’autrice ha dialogato il “conosciuto” Ivano Porpora. È un romanzo denso, quello della Postorino. Si fa fatica a prendere in mano e a trattare in modo totale tutte le tematiche che ne fuoriescono. Ma sabato, forse, ci siamo riusciti.

Tutto ruota intorno alle sue donne.
Le donne di Rosella sono emblematiche, sono coloro che vivono ogni singolo pasto, tre volte al giorno, come un incubo.

"Mangi per sopravvivere, ma tale sopravvivenza è un rischio mortale."

Ma è anche un privilegio; non tutti potevano permettersi un pasto decente al tempo del Führer. Eppure nelle mansioni di Rosa - e prima ancora di Margot -, la contraddizione è fortissima. Entrambe, chi per finzione chi invece realmente, hanno lavorato per il Male Assoluto. E lo hanno fatto attraverso il loro corpo. L’unico elemento che avevano a disposizione in quegli anni. 

Rosa è pertanto un personaggio sicuramente vissuto a contatto col nazismo, ma non – preme sottolineare all’autrice – nazista. Vive contigua allo stesso ma non ne assorbe ogni dettame e principio. Per sopravvivere deve però lavorare per esso. 
Per sopravvivere, si avvicina alla morte tre volte al giorno. Ma così deve essere.

Rosa potrebbe essere qualsiasi donna, che però desidera essere notata, essere vista per sentirsi finalmente viva. Rosa cerca quella vita, che nel regime nazista ha dovuto necessariamente accantonare, anche attraverso l’amore. Anche attraverso l’incontro con il nuovo comandante, Albert Ziegler, che arriva a scombussolare tutte le sue ideologie mantenute fino in quel momento.

L‘autrice, con questa narrazione densa e matura, riesce a scandagliare l’animo umano fin nelle più profonde contraddizioni e ossimori. 
Chi amare? 
Perché instaurare rapporti “umani” con il Male Assoluto? Per istinto di sopravvivenza?
E poi, da che parte schierarsi allora?
Questi gli interrogativi che si porranno anche i lettori di fronte all’opera di Rosella Postorino.
Consigliatissima. 

mercoledì 17 gennaio 2018

“Cartoline dalla fine del mondo” | 16.01.2018 incontro con Paolo Roversi

Ore diciotto di un martedì sera come tanti, la Milano dabbene nei negozi caldi e rumorosi, e noi in un vicoletto nascosto nei pressi di Corso Buenos Aires, ci avviciniamo verso El paso de los toros, un locale argentino lontano dalla vita frenetica dei maniaci di saldi. 
Entriamo e ci dirigiamo in una saletta con un tavolo imbandito da libri e un ragazzo gioviale con gli occhialoni neri e la barba ci dà il benvenuto. È l'autore, Paolo Roversi che, insieme alla casa editrice Marsilio, ci hanno invitato a prendere parte a questo evento.

Non è molto chiara la piega che potrà prendere la serata perché nessuno di noi si è mai trovato in una location del genere per ascoltare la presentazione di un libro, quindi siamo un po' incuriositi da tutta questa atmosfera.

Mentre tutti ordinano i loro drink alcolicamente colorati, noi sorbiamo con tranquilla nonchalance un buonissimo bicchiere di acqua e, dopo i convenevoli e il brindisi di rito, ci immergiamo nella chiacchierata con l'autore.

Il punto focale ovviamente è l'ultimo libro di Roversi, ovvero “Cartoline dalla fine del mondo”-  dal titolo volutamente e fortemente richiamante Sepúlveda, come ci spiega l'autore stesso – che segna il ritorno del giornalista ed hacker Enrico Radeschi, il quale, dopo anni vissuti da fuggiasco torna nella sua Milano, un po' per nostalgia e soprattutto perché ha tra le mani un nuovo caso che lo stuzzica: un omicidio all'interno del Palazzo dell'Arengario. 

Lo sfondo è la nostra Milano, una città cara a Roversi e ad altri che, prima di lui – ogni riferimento a Scerbanenco è scontato ma doveroso – l'hanno scelta come cornice per i loro racconti.

Anche il tema centrale non è nuovo, ossia il deep web, tanto è vero che autori come Donato Carrisi col suo ultimo lavoro “L'uomo del labirinto” e la Agatha Christie dei nostri tempi nonché amica Francesca Battistella con “La bellezza non ti salverà” hanno creato le loro trame proprio attorno a questo argomento pruriginoso ed accattivante.

Purtroppo complici le bollicine e il locale, forse poco adatto alla presentazione di un libro, diciamo che gli spunti da parte dei presenti sono stati un pochino scarsi, ma fortunatamente Paolo è stato capace di intrattenerci nel migliore dei modi, perché si è dimostrato molto socievole e simpatico.
Bello soprattutto quando ci parla dei suoi modelli, all'interno dei quali ci sono certamente autori del genere thriller e giallo come Carlotto, Scerbanenco, Ellroy e Vásquez Montalbán, ma stupisce tutti quando cita Bukowski come colui che gli ha fatto venire voglia di scrivere.

E dopo le foto e le dediche di rito ci salutiamo, sperando di rivederci e risentirci in un posto magari più intimo in cui poter parlare tranquillamente di libri e di progetti per il futuro.

lunedì 1 gennaio 2018

Top 5 (+1) dell'anno 2017 di Và!

Che il nuovo anno abbia inizio!
E' tempo oggi di fare una summa delle letture passate. Il 2017 si è rivelato l'anno delle ottime scoperte, soprattutto di romanzi italiani. Vi presento ora la mia Top 5 (+1!) dell'anno appena trascorso!

*

Il velo dipinto – S. Maugham

E' il romanzo della scelta. Una donna sposata solamente per convenienza, inizia una relazione extraconiugale. Alla scoperta dell'adulterio, il marito le pone dinnanzi una scelta: partire con lui per la Cina devastata dal colera, oppure divorziare, con tutto ciò che ne consegue.
Una scrittura lineare e accattivante fa da sfonda alla vicenda indimenticabile.

I pilastri della terra – K. Follett
Il romanzo che accompagna e unisce il filone storico con quello avventuroso, senza dimenticarsi di storie d'amore e di passione. Le vicende, fittizie ma con accenni a fatti storici realmente accaduti, si snodano attorno alla costruzione della cattedrale di Kingsbridge, nell'Inghilterra del XII secolo. Con una prosa fenomenale Follett ci regale guerre, misteri, intrecci drammatici e conflitti religiosi... un'esperienza di lettura che lascia davvero senza fiato.

La locanda dell'ultima solitudine – A. Barbaglia
Ci vuole poco a perdersi, sì, come poco ci vuole a ritrovarsi, se si ha il coraggio di aspettare.
Ci sono persone che aspettano una vita, in difficoltà, stringendo i denti, ma quando poi trovano la parte mancante di loro, è gioia, è saltelli per aria, è sorrisi e guance gonfie di felicità.” 
Ne ho parlato a lungo qui.


Golden boy – A. Tarttelin
E' la storia di Max Walker, un classico adolescente che si dimena nella giungla feroce della sua scuola e delle sue amicizie; per lui non tutto è così semplice perchè è "speciale": è un "intersex". Questo termine apre mille quesiti e preoccupazioni agli occhi del ragazzo, che lo porteranno anche di fronte alla definitiva scelta.
E' un romanzo dolcissimo e malinconico, ma anche tenace e testardo. Ed è consigliato a tutti quelli che hanno apprezzato "Middlesex" di J. Eugenides.

Magari domani resto – L. Marone
Luce.
Luce Di Notte è il riflesso che osservo allo specchio ogni mattina prima di andare a prendere il treno che mi porta nel mio mondo, fatto di avvocati (quelli veri e seri), di pile interminabili di carta e di volumi di diritto di cui non sopporto più la vista quando arriva il venerdì. E poi rientro il lunedì mattina e li accarezzo, perché alla fine, questo lavoro un po’ diverso dal solito, mi piace. E mi manca. Anche se ancora non ho trovato il mio posto nel mondo. Come Luce.”
Ho dato la mia opinione qui.

L'uomo del labirinto – D. Carrisi
C'era una volta una bambina, che si sentiva grande indossando il lucidalabbra.
C'era una volta una bambina, piacevolmente angosciata per l'appuntamento con il ragazzo dei suoi sogni.
C'era una volta un furgone dai vetri puliti, per specchiarcisi dentro e proprio lì, un coniglio agguerrito e assassino.”

Il thriller che ho amato di più.
Ne ho parlato qui.

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