Il
condominio, J.G. Ballard. 2012, Universale Economica Feltrinelli, 189
pagine.
Un
paio di settimane fa mi trovavo in uno dei miei classici periodi,
ovvero momenti della mia vita letteraria in cui desidero
fortemente leggere un genere piuttosto che un altro. Questa volta è
capitato alla fantascienza.
Di
solito a sentire questo termine tutti mi dicono subito a bruciapelo
“leggi Asimov, assolutamente. Oppure anche Douglas Adams”.
Io avevo due scelte: fare le pulci alla libreria di papà piena zeppa
di Urania, oppure andare prima a rovistare nella mia, di libreria,
per vedere se avevo qualcosa del genere.
E
mi sono ritrovata tra le mani un classico di cui nessuno mi
aveva mai parlato. Il condominio, di Ballard.
La
storia è molto semplice, in un ambiente molto moderno.
Il
backstage è un grattacielo di ultima generazione nella Londra degli
anni '70. E' dotato di tutti i comfort che chiunque potrebbe
desiderare: piscine dislocate nei vari piani, ascensori
efficientissimi, supermarket all'interno dello stesso stabile, così
come bar e ristoranti. Una piccola città in un raccordo di piani.
Nei
piani bassi vive la gente che va al lavoro ogni mattina presto e si
ritira la sera tardi, le classiche persone che fanno i cosiddetti
sacrifici per mantenere la propria famiglia. Gente onesta e di classe
meno abbiente.
Man
mano che si salgono le rampe di scale lentamente (o velocemente, se
si decide di prendere l'ascensore), ci si trovano di fronte
personaggi molto più ricchi, di una classe sociale molto più
elevata, che spesso trascorrono il loro tempo a bordo piscina o a
sorseggiare cocktails, e che ovviamente, tradiscono le loro mogli
innumerevoli volte.
A
causa di piccoli, innocenti guasti però, quel palazzone fatiscente e
confortevole, diventerà il campo di battaglia di tutti i
condomini; in particolare, tre sono i personaggi che primeggeranno in
questa lotta (di classe?). L'architetto dell'edificio stesso, Anthony
Royal che ha ribrezzo nell'avere a che fare e anche solo
nell'avvicinarsi alle classi inferiori; Robert Laing, che dovrebbe
essere un medico e professore universitario, ma che in realtà si
trova in una posizione un po' centrale, non si schiera da nessuna
parte, non entra nel vivo della partita; per ultimo, Richar Wilder,
giornalista che abita ai piani bassi e che un giorno decide di
arrivare fino in cima, sul tetto del grattacielo, per far valere la
sua condizione.
Insieme
a quei guasti, subiranno delle mutazioni i condomini stessi,
lasceranno andare allo sfacelo l'edificio, inizieranno a vivere nella
propria immondizia e diventeranno nemici l'uno dell'altro. E' la fine
della civiltà umana. E' un regredire verso una natura sempre più
animale, fino a quando anche le parole ritorneranno ad essere
semplici gemiti e grugniti, dove la forza bruta prevarrà
sull'intelligenza; il lettore sarà il testimone della dissoluzione,
del crollo della società modernamente intesa. Gli istinti
primordiali invece faranno da motore per agire senza coscienza e
senza pensiero. Una de-crescita al limite del possibile.
Consigliato
a: chi ama la fantascienza
intesa come una realtà diversa da quella in cui vive, senza alieni
però. E anche a chi ha amato George Orwell e le sue opere. Ci ho
visto molto di lui ne “Il condominio”.
Citazione:
Già
si vedevano i raggi luminosi delle torce elettriche che scrutavano il
buio, e gli inquilini facevano i primi, confusi tentativi di capire
dove si trovavano. Laing li guardava soddisfatto, pronto a dargli il
benvenuto nel loro nuovo mondo.
Io adoro questo genere di libri dalle sfumature simboliche sulla società. Penso darò una sbirciatina a questo libro :)(Luisa)
RispondiEliminaAnche io, preferisco proprio libri del genere - se posso scegliere - tra il vastissimo "scenario" della fantascienza :) Questo poi si legge davvero velocemente, e merita!
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