Oggi
commetterò quasi un'eresia: farò una classifica dei 5 libri di uno
scrittore nostrano che amo da parecchi anni. Che poi, amare è
una parola troppo debole in questo caso. Venerare
sarebbe più azzeccata. Sì, perchè se fosse possibile (e in un
qualche modo sto cercando di costruirlo) comporrei un altarino nella
mia libreria per...
...Stefano
Benni. Bolognese doc, è un purpurì: scrittore, sceneggiatore,
poeta. Tre sono i suoi tratti caratteristici: la sagacia, l'umorismo
e la spropositata fantasia. Le sue parole per me sono manna ma...
forse è meglio che la smetta qui (tanto tutti hanno capito che sono
fedele al Santo Benni
no?) e incominci la classifica.
Quinto
posto: “L'ultima
lacrima”
E'
una raccolta di storielle ciniche e pazze, irriverenti con un
personaggio sorprendente e particolare: la società moderna. Benni
attraverso questi racconti ci delinea un futuro “mostruoso” di
come potrebbe immaginarsi, con l'avvento della tecnologia portata
all'esasperazione, il mondo di tutti i giorni.
Letto
in mezzo ai campi di pannocchie, la prima volta, quasi una decina di
estati fa. Il primo che ha dato l'avvio alla mia fame di Benni.
Quarto
posto: “Saltatempo”
Insieme
a Lupetto ripercorriamo l'evoluzione dell'Italia, tra città e ruspe
che si fanno spazio in una campagna via via troppo stretta, tra il
comunismo e la lotta al potere, tra i giovani del piccolo villaggio
del protagonista che mutano all'insorgere del consumismo. Lupetto
grazie ad un “giratempo” un po' speciale, vivrà rivelazioni in
anticipo sulla sua vita, sul Paese e sui suoi amici.
Uno
degli ultimi Benni in ordine di lettura, e appena concluso mi ha
fatto perfino affermare: “ma
perchè ho aspettato così tanto a leggerlo?”.
Terzo
posto: “Achille piè
veloce”
Un Omero italiano riscrive l'Odissea in chiave moderna: Achille, ragazzo malato e bloccato su una sedia a rotelle, che la madre ha immerso nella vasca sbagliata lasciandogli invulnerabile solo il tallone verrà in aiuto ad Ulisse, uno scrittore che ha perso la sua vocazione.
Un Omero italiano riscrive l'Odissea in chiave moderna: Achille, ragazzo malato e bloccato su una sedia a rotelle, che la madre ha immerso nella vasca sbagliata lasciandogli invulnerabile solo il tallone verrà in aiuto ad Ulisse, uno scrittore che ha perso la sua vocazione.
Insieme
scriveranno il romanzo che rivaluterà le sorti del giovane
scrittore.
In
Achille mi ci sono rispecchiata: cinismo allo stato puro nonostante
la sua menomazione. E il primo Benni che mi ha fatta commuovere, lo
ammetto.
Secondo
posto: “Terra!”Trovato
per caso su una bancarella dell'usato a pochissimi euro (e una volta
letto, ho inveito contro chi l'aveva rivenduto: un piccolo gioiello
cartaceo del genere non
è
possibile che venga abbandonato così!). E' un Benni
fantascientifico, dove la storia si snoda tra un pianeta e
un'astronave. E dove al centro c'è l'uomo, con la sua dissacralità
dei valori, il suo smembramento. E sullo sfondo, dei topini alquanto
intelligenti!
Primo
posto: “Di tutte le
ricchezze”
Ultimo
libro che ho letto di Benni. Al momento più azzeccato. Io lo
definisco quasi un testamento
dell'autore. Racchiuso
in Martin, un professore universitario in pensione, eremita in mezzo
ai boschi di un piccolo paese, c'è l'autore stesso. Che fa i conti
con la sua vita, con ciò che ha dato e ciò che ha ricevuto. Il
professore fa un bilancio dei suoi compagni, del suo passato (a volte
magari non proprio limpidissimo) e tiene testa al presente, che si
mostra a lui sottoforma di una bionda ragazza con la metà dei suoi
anni dal nome Michelle. E la sua vita (e il suo cuore) da quel
momento, incomincia ad accelerare.
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