Donato Carrisi presentava il suo
romanzo, “Il cacciatore del buio” (ed. Longanesi; prezzo 18,60€).
Il luogo dell'incontro è stato lo
“Spazio Ipazia”, ad Abbiategrasso; devo ringraziare come di
consueto per questi eventi straordinari, L'Altra Libreria, e in particolare “la signora Angela” (mia
“consigliera di libri” da quando avevo cinque anni, insieme al
marito Augusto) e Ivan Donati per aver coordinato l'incontro.
Appena arrivata trovo il mio solito
posto in prima fila e vedo appoggiato su ciascuna sedia un foglio;
una frase cattura l'attenzione. “Colis eum?”, ovvero, “Lo
adori?”. E queste due sole parole hanno dato il via a Donato
Carrisi per raccontarci la storia più ignota, misteriosa, arcana che
potessi mai immaginare.
Quelle poche lettere compongono la
parola d'ordine che i satanisti dall'anno 1000 pronunciano tra loro
per riconoscersi. Sì, avete capito bene. Donato Carrisi, proseguendo
sul filone de “Il tribunale delle anime” suo secondo romanzo,
affronta questa volta la parte ancora più oscura, più macabra e
celata del mondo.
Il Male.
La componente negativa antagonista a Dio; l'altra faccia della medaglia che è nata solamente nel Medioevo, per “giustificare” in una qualche maniera tutto ciò che di tragico avveniva. Il Male, appunto.
La componente negativa antagonista a Dio; l'altra faccia della medaglia che è nata solamente nel Medioevo, per “giustificare” in una qualche maniera tutto ciò che di tragico avveniva. Il Male, appunto.
(Una piccola chicca. Provate a
riflettere sul suono di quella parola-chiave. Non vi ricorda nulla?
Non vi ricorda un luogo di malvagità gratuita, dove gli uomini
morivano per il divertimento di altri uomini? Ecco, quel luogo
potrebbe definirsi facilmente il “simbolo” dei Satanisti. Il
Colosseo a Roma).
“Il cacciatore del buio” nasce da
una storia realmente accaduta, che l'autore ha avuto modo di
ascoltare un giorno “al calar del sole, presso la Piazza delle
Cinque Lune” dalla bocca di Padre Johnatan, un penitenziere (il
quale ispirerà uno dei protagonisti del romanzo, Marcus).
I penitenzieri sono i “criminologi
del Vaticano”, perchè a Roma appunto si trova il più grande
archivio criminale del mondo, quello della Penitenzieria Apostolica
(che viene comunemente chiamato “Tribunale delle anime”). Esso
contiene un archivio di testi di peccati mortali grazie ai quali
alcuni preti, analizzandoli, possono così affiancare la polizia
nello studio e nella ricerca di criminali.
Criminali che a volte, dicono, siano
“comandati” da una mano malvagia, dal Diavolo.
I penitenzieri, invece, non credono nel
Diavolo. Essi credono che ciò che tutti chiamano “Demonio” nel
momento in cui commettono un crimine efferato, in realtà non sia
altro che una maschera, indossata dall'uomo, ancora una volta capro
espiatorio del Male posto in essere.
Ancora una volta Donato Carrisi ci
regala un thriller dove nulla è come sembra, dove anche l'idea di
essere giunti allo sbroglio totale delle matassa è sbagliata, dove
un libro “non finisce nemmeno dopo l'ultima pagina”, dove il Bene
e il Male si scontrano all'ennesima potenza, dove entrambi si
identificano nello stesso essere, forse e dove anche il “credere”
è “solo l'inizio”.
Pronti a dare una risposta a “Colis
eum?”.
(Articolo: Và // Foto: Gerardo Cassoli)
e' sempre un piacere ascoltare Donato ... è sempre un piacere leggere le presentazioni/ recensioni di Và
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