Adam Wild,
numero 1. Di Berardi e Nespolino. 98 pagine, Sergio Bonelli Editore.
Torna l’Avventura con la “A” maiuscola in casa Sergio
Bonelli. La stessa casa editrice milanese ha introdotto così la nuova serie
mensile in bianco e nero Adam Wild. E, dopo la lettura del numero 1 intitolato Gli schiavi di Zanzibar, non posso
che confermarlo: l’Avventura è tornata. E ha come ambientazione l'affascinante e misteriosa Africa di fine
Ottocento.
Adam Wild è uno scozzese e membro della Royal Geographical
Society, ma a modo suo: anarchico ed esuberante. Gode di una certa fama in
Patria, ma lui se ne frega. Ama l’esplorazione, il pericolo e lotta contro lo
schiavismo e il commercio dell’avorio. E odia quando gli si dà dell’”inglese”.
Un conte italiano, Narciso Molfetta, intende assumerlo per seguire le piste che
furono battute da David Livingstone, ma ben presto si intuisce che sarà Adam a
condurre il conte (grottesco nei suoi modi da mondo “civilizzato”) e non
viceversa. Questo primo numero è ambientato a Zanzibar e Adam libera un gruppo
di schiavi neri mettendo fine a loschi traffici da parte di arabi. In questo
numero 1 non compaiono ancora i nemici storici annunciati dalla Bonelli, ma
esordisce invece Amina, una giovane principessa bantu che Adam libera. E che
diverrà la sua amata.
Che dire della nuova serie Adam Wild? Che ricorda Mister No,
in primo luogo. Quel personaggio esotico, istintivo e anarchico che se c’è da
fare a botte non si tira indietro e quando c’è da bere è il primo a iniziare il
giro di bicchieri. Un protagonista che mancava da tempo in casa Bonelli e apprezzo
la scelta dell’autore Gianfranco Manfredi di riportare alla luce questo tipo di
storie ambientate stavolta nell’Africa che Manfredi conosce molto bene.
Indimenticabile la sua miniserie Volto Nascosto (e io amavo anche Magico
Vento). I disegni di Alessandro Nespolino ben si adattano alla storia col loro
stile semplice e pulito. Quindi il mio parere riguardo il primo numero della serie è
ampiamente positivo e ben vengano queste trame e vicende che si distaccano
completamente da altre più recenti della stessa casa editrice, come a esempio Orfani (che
comunque adoro). Viva la varietà e la possibilità di scelta.
Consigliato a: gli amanti delle serie classiche Bonelli,
Mister No in primis. Adam Wild è un boccata d’aria fresca per noi nostalgici.
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