Dragonero numero 1, Enoch-Vietti-Matteoni. Sergio Bonelli
Editore, 2013. 98 pagine.
Coraggiosamente, visti i tempi che corrono, Sergio Bonelli
Editore manda in edicola una nuova serie regolare a fumetti, a un anno circa di
distanza dall’esordio di Saguaro. Stavolta si tratta di una novità assoluta per
la storica casa editrice milanese: Dragonero, una serie a fumetti fantasy, ideata da Luca
Enoch e Stefano Vietti.
Quello di Dragonero non è però un vero e proprio esordio.
Nel 2007 uscì infatti, per il numero 1 della collana Romanzi a fumetti Bonelli,
Dragonero. Un tomo di 296 pagine che presentava in modo esaustivo l’universo
fantasy nel quale si muovono i personaggi di Enoch e Vietti. Se riuscite andate a
recuperarlo.
Ma veniamo al numero 1 della serie regolare. La storia si apre
con il protagonista umano Ian, l’inseparabile amico orco Gmor, la tecnocrate
umana Myrna, sorella di Ian, e l’elfa Sera alle prese con un traffico di armi.
Quando, dopo un inseguimento, la presunta trafficante cade in mare e si scatena un incendio con le
fiamme che bruciano anche in acqua, si apre un flashback relativo a sei anni
prima. Racconta una missione di Ian per scoprire il segreto del fango pirico,
terribile arma che il margravio Goran Moravik utilizza contro gli orchi.
Terminato il flashback, si torna al presente ed è l’occasione per gli autori
per narrare, a chi si fosse perso il romanzo del 2007, come si conobbero Ian,
Gmor e Sera. Infine altro flashback, sempre relativo a sei anni prima, con la
conclusione dell’episodio.
Conclusione si fa per dire: come ogni saga fantasy che si
rispetti, ogni numero di Dragonero si collegherà per forza al successivo, senza
avere un finale classico. Questa è la vera differenza con le altre serie
Bonelli: sospetto che saranno ben pochi i numeri autoconclusivi. E comunque se
gli autori riusciranno a invogliare il lettore ad aspettare con ansia il mese
successivo per scoprire cos’altro succederà, la missione potrà ritenersi
compiuta.
Dragonero mi è piaciuto, più il romanzo del 2007 che il
numero 1 a dire il vero, ma la colpa è mia che ho letto il tomo di sei anni fa.
Un lettore che si approcci per la prima volta alla serie, resterà sicuramente
soddisfatto. Le atmosfere sono quelle classiche da fantasy: un po’ Signore
degli Anelli, un po’ Trono di Spade e (attenzione) un po’ Skyrim, celebre
videogioco uscito un paio di anni fa. Anche in quest’ultimo si parla di draghi
e di uccisori di draghi, ma la serie di Enoch e Vietti è stata ideata prima.
I disegni di Giuseppe Matteoni sono perfetti per un fantasy
e sanno rendere le tavole vive nonostante l’obbligatorio bianco e nero
bonelliano (per un fantasy a fumetti solitamente il colore è un fattore
determinante, trovate esempi in molte graphic novel).
Il mondo di Dragonero, come ci mostra la cartina alla fine
dell’albo, è vasto e non mancheranno spunti e idee agli autori per coltivare e
far crescere la serie per molti anni. Questo almeno è il mio augurio.
Consigliato a: al lettore di fumetti Bonelli per
aprirsi un mondo nuovo. E naturalmente a tutti gli amanti del fantasy. Gli
autori pescheranno a piene mani dal genere e sarà divertente scovare Easter
eggs.
0 commenti:
Posta un commento