Un paio di giorni fa me ne stavo tranquilla a rilassarmi dopo una bella doccia, quando mi arriva un messaggio. Sarà sicuramente l'ennesima stupidata.
Non lo è.
Arto Paasilinna è morto.
Non realizzo subito. Ma poi capisco. Capisco che se ne è andato uno degli autori che ha arricchito la mia vita di umile lettrice nell'ultimo anno.
Ma non sono triste. Non bisogna mai esserlo, anche se lo so, è difficile. Pensate a quante risate si faranno là dove se n'è andato Arto.
Sì, lo so, gli do del “tu” e non mi conosceva neanche, ma per quanto mi riguarda è come se lo conoscessi da sempre. È stato il mio migliore amico negli ultimi tempi, e questo è il mio unico rimpianto, quello di averlo scoperto troppo tardi.
Lo ammetto, ho sempre storto il naso verso gli autori nordici perché non ho mai avuto delle belle esperienze a riguardo, ho sempre trovato il loro stile di scrittura molto lento e flemmatico - sarà colpa della neve e del freddo? Me lo sono sempre chiesto, ma tant'è.
Poi un giorno ho preso in mano “Piccoli suicidi tra amici” ed è stata l'illuminazione. Da quel giorno in poi non ho più smesso di leggerlo e, fortunatamente, ho ancora molta della sua produzione da scoprire e divorare.
I suoi libri hanno rischiarato le mie giornate, mi hanno fatto ridere, sorridere, divertire e incazzare. Il pregio di Paasilinna come autore è stato il fatto di saper descrivere e presentare personaggi sfigati, comuni, credibili, i cosiddetti antieroi. Nei suoi libri che fino ad ora ho letto non ho mai trovato un protagonista che fosse un figo atomico, di successo, con una vita amorosa e lavorativa degna di nota.
Per questo lo adoro. Paasilinna è riuscito a dar voce a uomini e donne che sono (quasi) sempre stati messi da parte nel mondo letterario.
E poi, vogliamo parlare degli animali? In molti dei suoi libri i protagonisti sono animali, che, insieme alla natura, danno voce a quel mondo, di cui purtroppo si parla poco, un mondo un po' dimenticato, ma assolutamente fantastico.
Lo so che queste poche righe sono inutili e non riusciranno mai a dar voce a tutto quello che ho dentro, a tutto quello che penso di questo autore, delle sue opere, di quello che tutto questo è stato per me.
Ma credo fosse doveroso da parte mia ringraziare quest'uomo per avermi fatta diventare la lettrice e la persona che sono ora.
Grazie per tutte le risate, per i tuoi personaggi un po' sfigati, per gli animali e per avermi fatto ricredere sulla letteratura nordica.