Il diavolo, certamente, Andrea
Camilleri. 2012, Mondadori (collana Libellule). 169 pagine.
L'appassionato del Commissario
Montalbano, e indirettamente di Andrea Camilleri, in famiglia, è mio
papà; io ho letto pochissimo dello scrittore, e perlopiù tutto
fuorchè i classici gialli. Ho trovato nella biblioteca di casa
questo libercolo, ricordo di un regalo dell'epifania fatto proprio al mio babbo. L'ho sfogliato distrattamente e sono arrivata
alla fine, al racconto 33esimo, e l'ho letto. Mi sono domandata come
Camilleri abbia fatto a concentrare in così poco spazio, tutta
quella suspence.
Ho
deciso di leggere tutti i racconti, allora. Dall'inizio.
C'è
una sorta di mantra che
usa citare l'autore per parlare di questo libro e si riferisce
proprio al diavolo; dice che “è meglio avere a che fare
con mezzo diavolo, che con uno tutto intero”;
per questo, appunto, pubblica una raccolta di 33 racconti ognuno dei quali
costituito da un numero di battute tali da formare 3 pagine
dattiloscritte (333; 666 come narra la leggenda è il numero diabolico). Se non è mezzo demoniaco questo!
L'idea
è quella di presentare uno spaccato di natura umana della più
varia: si passa da probabili premi nobel per la filosofia che
litigano tra loro, per attraversare racconti di segretarie forse un
po' troppo zelanti con il proprio capo, per finire in un racconto di
un omicidio impossibile da credere (forse perchè mai avvenuto?).
Credo che i personaggi chiave, quelli che si ripetono nei vari
racconti, con le dovute differenze e sfaccettature come è giusto che
sia, siano le donne; le donne più diverse che possano esistere ma
con una caratteristica comune: le donne che amano troppo.
Che sia il marito o l'amante di turno, questo è aspetto secondario.
Camilleri
riesce a delineare personaggi strani, vicende improbabili quasi al
limite dell'impossibile, perchè quando il diavolo ci mette
lo zampino, non si sa mai che
cosa può succedere; basta un tacco spezzato in mezzo alla strada per
far incontrare l'uomo della propria vita, o forse un neo posticcio
può cambiare le sorti della visione letteraria di un grande autore,
o magari la dolcezza e i compromessi di una moglie innamorata possono
aiutare il proprio marito a farlo tornare alla ribalta. Insomma,
Lucifero si nasconde e si mostra ai personaggi dei racconti nelle
forme più varie, nella situazioni più strambe, per mescolare le
carte della loro partita che è la vita.
E alla
fine porta il lettore a pensare che forse, nonostante tutto, ogni
vita è degna di essere vissuta fino in fondo, senza
risparmio.
Consigliato
a: chi vuole passare un paio d'ore con un ironico Camilleri un po'
diverso dal solito. E per chi, ovviamente, non teme il diavolo.
Citazione:
Un caso. Qualcosa d'incredibile, d'irreale. Una probabilità su
miliardi e miliardi. Ma era accaduto. E se era accaduto, doveva ben
significare qualcosa. “Sono spaventata” disse Anna ansante, come
sull'orlo di un abisso. “Anch'io”.
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