Alla finestra c'è Sylvia, che si spoglia, e mostra i suoi meravigliosi seni alla luna e a qualcun altro incuriosito da tanta beltà mai vista prima.
Sylvie ne è consapevole, e non rinuncia ad apparire nel suo splendore e impudicizia, anche davanti allo sguardo assorto e giudizioso di Marie.
Marie, l'amica strabica e brutta della sua infanzia; l'amica con la testa sulle spalle e arrendevole, che divide con lei prima il lavoro estivo da cameriera in una pensione, e poi la vita, a Parigi.
Pur essendo complici e amiche da sempre, le ragazze non possono essere l'una più diversa dall'altra. E Simenon celebra proprio in questo romanzo il canto di due personalità tanto differenti e distinte che si contendono la sopravvivenza in una Parigi ancora tutta da scoprire.
Marie è colei che tenta di vivere secondo correttezza e semplicità, accontentandosi delle - seppur minime - opportunità lavorative che la metropoli francese le offre.
Sylvie invece è la sua nemesi, la seconda faccia della medaglia.
La sua vita è una scalata sociale priva di scrupoli; non le dà pensiero recare danni a chiunque incontri, meno che mai ai sentimenti dell'amica del cuore Marie.
Marie, che nonostante tutto è sempre pronta a dare una mano a Sylvie, nonostante disapprovi i suoi comportamenti e il suo stile di vita.
Marie, che da goffa co-protagonista, si rileva la donna forte e la supereroina della bella Sylvie.
Il romanzo "Marie la strabica" di Simenon appare come una favola nera di un'amicizia molto particolare, capace di perdurare nonostante le scelte assunte da ciascuna ragazza, nonostante i progetti di vita differenti di entrambe, nonostante tutto. E la meraviglia sta proprio in questo: chiudere gli occhi davanti a chi si vuole bene e non giudicare, e abbracciare la sua vita, i suoi rimpianti, i suoi errori, le sue richieste di perdono, sempre.